Viviamo tempi difficili, segnati dalla guerra, con la quale i potenti della terra vogliono ridisegnare gli equilibri geopolitici ognuno a proprio favore, rischiando la catastrofe di una nuova guerra mondiale, persino nucleare. Ne hanno parlato irresponsabilmente Putin come soluzione della guerra in Ucraina e autorevoli membri del governo israeliano per chiudere definitivamente la questione palestinese a Gaza. È in atto una corsa al riarmo nucleare su scala europea.
Questa logica non riconosce il desiderio di pace dei popoli, trascura gli equilibri ecologici del pianeta e aumenta la crisi economica e sociale con l’aumento dei costi delle materie prime e dell’energia e delle conseguenti disuguaglianze. I costi della guerra sono pagati dai poveri e dai lavoratori.
Tale logica vuole imporre l’idea del capo, dell’uomo solo al comando, di una “capocrazia” o un’autocrazia. Comunque la si voglia chiamare, è la logica autoritaria, quella del fascismo di sempre, più o meno morbido, che alterna il doppio petto al manganello. Esprimiamo solidarietà ai pacifici studenti di Pisa e di Firenze aggrediti brutalmente dalla polizia.
La destra estrema al governo in Italia protegge i superprofitti dei ricchi e condanna i lavoratori al precariato e a salari da fame. Un decreto-legge dietro l’altro sta imponendo un regime. Su questa strada la Costituzione democratica e antifascista è un ostacolo e infatti la vogliono stravolgere.
È la proposta del “premierato forte”, cioè l’elezione diretta del capo del governo, ridimensionando i poteri di garanzia del Presidente della Repubblica e la centralità del Parlamento. Viene alterato il principio democratico della separazione dei poteri dello Stato (governo, parlamento e magistratura). Inoltre stabilisce l’elezione congiunta del capo del governo e insieme del Parlamento, i cui destini vengono intrecciati in maniera indissolubile, cosa che non esiste negli Stati democratici. L’elezione diretta del capo del governo non esiste in nessun paese. Solo Israele provò la formula negli anni Novanta e chiuse l’esperienza dopo due anni perché non garantiva neppure la stabilità del governo, problema che voleva risolvere. Si propone di inserire in Costituzione un sistema elettorale maggioritario con un grosso premio di maggioranza, il contrario di quanto volevano i costituenti.
Il premierato è intrecciato con l’autonomia regionale differenziata attraverso uno scambio di favori tra Fratelli d’Italia e Lega, per cui si divide l’Italia in venti repubblichette inefficienti e si aumentano i poteri del capo del governo nel tentativo di tenere insieme la baracca.
Lo stesso metodo, con cui viene portato avanti il premierato elettivo, è autoritario: tutta la discussione sta avvenendo dentro la maggioranza di governo a colpi di emendamenti, per altro confusi, escludendo l’intero Parlamento. Dopo una gran fretta del governo, che voleva dimostrare un’efficienza che non ha in alcun settore, ora tutto è rimandato a dopo le elezioni europee, quando le cittadine e i cittadini saranno usciti di scena. Il tentativo è reclutare un’area di “volenterosi”, che sfondi nello schieramento politico di centro e anche di sinistra e punti a raggiungere i due terzi dei parlamentari e così blocchi il ricorso al referendum previsto dalla Costituzione, che è la loro bestia nera.
Invece il referendum costituzionale è l’occasione per fermare il progetto autoritario della destra e per rilanciare la lotta per difendere ed attuare la costituzione. È auspicabile anche una procedura referendaria contro l’autonomia regionale differenziata.
Facciamo appello in tale senso a tutte le organizzazioni democratiche e antifasciste: ACLI,
ANPI, ARCI, AUSER, CGIL, CITTADINANZATTIVA, EMERGENCY, ISTITUTO GRAMSCI, LEGAMBIENTE, LIBERA, LIBERTÀ E GIUSTIZIA, RETE STUDENTI MEDI, NO AUTONOMIA DIFFERENZIATA, UDI, UDU, UISP
Cittadine e cittadini, democratici e antifascisti,
- prepariamoci per battere la destra al referendum
- costruiamo una rete di Comitati per la Democrazia Costituzionale in tutta la provincia
- seguite il sito del Comitato per la Democrazia Costituzionale di Grosseto https://www.democraziacostituzionalegrosseto.it/ e la pagina Facebook,
- per prendere contatti scrivete a gr@gmail.com
approvato all’unanimità alla riunione plenaria del Comitato per la Democrazia Costituzionale di Grosseto