COMUNICATO SULLA GIUNTA CHE DEVE TORNARE SUI SUOI PASSI


«Apprendiamo che la giunta comunale ha deciso di portare in consiglio comunale la decisione di intitolare una strada al fucilatore di partigiani Giorgio Almirante, tornando indietro rispetto alla deliberazione assunta. La richiesta di discussione in consiglio a suo tempo era stata avanzata da tutte le opposizioni che in una dichiarazione congiunta denunciavano : “Con una decisione senza precedenti, in aperta violazione della legge, il presidente del consiglio comunale ha deciso di impedire all’opposizione di portare in consiglio la mozione per la revoca di via Almirante…”».

«Anche se tardivo è un fatto positivo che recupera su un comportamento estremamente grave. Un fatto che è stato determinato dalle diverse iniziative assunte, tutte importanti, con particolare rilievo per la contestazione avvenuta il 22 marzo a Maiano Lavacchio e successivamente il 25 aprile a Grosseto, con la promotrice sezione ANPI “E. Palazzoli” minacciata dal sindaco di querela. E’ bene però non farsi illusioni, perché dalle dichiarazioni riportate il sindaco e la giunta non hanno alcuna intenzione di rinunciare al progetto, ma solo di recuperare quelle regole da essi violate. In tal senso la dichiarazione del sindaco (“non è un passo indietro”) toglie ogni dubbio» prosegue la nota.

«All’assurdo e goffo tentativo di reinterpretare la storia distorcendo i fatti a proprio uso e consumo si aggiunge incoerente e incredibile comportamento del sindaco che dapprima si dichiara il sindaco di tutti e si professa sincero democratico, poi posta un video dalla palestra che frequenta per chiedere la forza per “un comunista in meno”, ossia eliminarne un altro, per poi, nelle dichiarazioni di ieri, tornare ad essere il sindaco di tutti, dedito all’ascolto e alla comprensione».

«Tutto ciò ci impone di non abbassare la guardia. Invitiamo quindi tutti gli antifascisti ad assistere ai lavori del consiglio comunale del 25 maggio in cui sarà discussa l’intitolazione della via al fucilatore di partigiani. Riteniamo che la presenza debba essere nutrita e che i lavori debbano essere seguiti in silenzio, con un comportamento rispettoso non tanto delle persone, ma soprattutto della istituzione che rappresenta la casa comunale».